Quando ci si trovi ad affrontare un trasloco, una buona dote organizzativa permette di svolgere le operazioni necessarie al trasferimento serenamente e di anticipare l’eventuale insorgere di problematiche.
Una volta “impacchettata” la casa, riposti vestiti, libri, stoviglie, oggetti vari in scatole idonee al trasloco, si passa alla pianificazione dello smontaggio dei mobili.
Sia che si effettui per motivi di spazio, poiché la metratura della casa nuova sarà inferiore a quella della vecchia, sia per una cernita di tipo personale, ci si trova di fronte alla necessità di decidere quali mobili tenere perché vengano rimontati nella nuova abitazione, o se disfarsi di una parte o in toto.
In prospettiva di una mobilia ancora utilizzabile ma che non ci serve più, è possibile provvedere alla vendita on line o alla consegna in negozi preposti che ritireranno il tutto seguendo le condizioni del “comodato d’uso”.
Diversamente occorre prendere in considerazione l’ipotesi di eliminare la mobilia in surplus.
L’unico metodo consentito, in accordo con le direttive, è lo smaltimento in discarica.
Provvedere in autonomia a liberarsi di piccoli oggetti non costituisce un problema giacchè anche autovetture private possono essere adibite ad uso trasporto.
Diversamente quando l’ingombro proviene da mobilia, è buona norma rivolgersi ad un professionista che, con mezzo idoneo, provvederà per noi allo smaltimento di quanto vogliamo eliminare.
Le normative vigenti sono quelle territoriali e dunque è consigliabile informarsi sui costi di smaltimento.
L’incarico dell’operazione deve essere affidato a una ditta seria che provveda alla consegna in discarica in modo certo.
Alcuni materiali da smaltire necessitano di procedure particolari poiché possono costituire pericolo (eternit, vernici ecc…), abbandonarle in un ambiente isolato non solo costituisce reato ma è un attentato all’equilibrio della natura e al benessere dell’uomo, un inquinamento che non va permesso.